Fare politica è un modo normale di essere uomo! L'uomo è naturalmente portato a determinare il presente, porsi delle prospettive, lavorare anche in vista di un futuro, di una metà, di un fine.
Ecco che agli amici che si accingono ad entrare in modo più serrato nel campo della politica militante, mi permetto di consigliare loro di farsi
artigiani della politica, artigiani di futuro!
Bisogna però partire da alcuni segnali, che indicano lo stato attuale della nostra società, che pare aver smesso di sognare-in-sieme; o per lo meno non sognare più… cose serie, cose grandi! Drogati come siamo di gossip, di maldicenze, di scoop a tutti i costi, di ardite e fantasiose ricostruzioni…, noi non dobbiamo sperare nel cambiamento, ma volere il cambiamento! Attuarlo: metterlo in cantiere e diventare artigiani della Politica!
Dobbiamo recuperare il giusto metro delle cose e tornale a parlare dl “Buon senso” nella società e in politica! Parole come impegno, studio, lealtà, eticità, pudore, dignità, capacità di ammettere un errore, fedeltà alla parola data, sono questi i caratteri che devono distinguere la nostra politica con le urla, gli imbrogli, i cinismi di altri…
Per questo che i momenti ideativi, i progetti, da soli non bastano: non deve solo funzionare la Cosa Pubblica, deve avere sempre un cuore, un volto umano! Non possono mancare le idee e gli ideali, prima del governo!
Il fare politica è un atto meramente dell’uomo…, noi cristiani cattolici dobbiamo dare alla politica un cuore, una intelligenze credente, e – permettetemelo – impegno.
Il nostro Paese pare aver rotto quella circolarità per la quale la società (scuola, università, Partiti, Chiesa, ecc.) dava uomini e donne alla Politica (e allo Stato) e la Politica dava alla società persone tesa (e forse capaci) a governare i fenomeni… .
Pare che il sistema sociale nostrano non sappia generare, con quell’abbondanza di una volta, persone e idee capaci di generare a loro volta un futuro voluto, desiderato, ma – il nostro sistema –pare subire un eterno presente fatto di uomini e circostanze occasionali…! (non uomini della provvidenza, ma uomini capaci di provvedere…)
E’ venuta a mancare la progettualità del fine e pare esserci solo l’urgenza di amministrare il potere, che in sé è neutro, ma diventa oscuro quando si ignorano o si celano le idee che stanno alla base, e dove si vuol portare la gente, magari abbuffata di parole vuote e di mutui da pagare!
PROSSIMITÀ
Fare politica oggi, nella luce di un Messaggio che è luce, è fare conoscenza delle persone! Uscire dai manifesti elettorali e incontrare la gente; non per fare i venditori del consenso partitico (di porta in porta): i Testimoni di Geova della politica; quanto piuttosto percorrere la città, le vie, le zone…, ed incontrare, vedere, odorare la realtà, fatta di aria che puzza, di auto ovunque, di gente costretta a fare file e procurarsi il foglietto di carta… .
Se non sentiamo, e diciamo, il dolore di una realtà che non ci piace: volere qualcosa di diverso! le cose non cambiano, e noi tradiamo il futuro, quale dono di Dio!
Parafrasando Simone Weil “Il futuro deve entrare in un uomo dato alla politica molto prima che accada”, pena l’insignificanza storica del “essere-in-politica”del credente. Non possiamo inseguire sempre e solo il presente, dobbiamo “pilotare” i giorni, amministrare la crescita, lo sviluppo, il futuro. Chiederci “dove vogliamo andare”, è importante; ma anche “come vogliamo arrivarci”! Con la democrazia come metodo e non fine, con il lavoro serio, lo studio, il confronto, perché ci sia pane per tutti, lavoro, dignità, responsabilità-diffusa, attenzione costante ai luoghi dell’uomo (corpo, ambiente, spirito)…, si realizzi cioè il fine della Politica, il bene pubblico, cioè la pace…, pace tra le generazioni, tra le classi, tra le culture, tra le differenze… In altre parole umanizzare il mondo e le strutture dell’uomo! E qui non deve mancare una chiara presa di distanza dai fondamentalismi religiosi e laici. Il cristianesimo è una proposta, una chiamata, mai un'imposizione!
“La specificità cristiana – in politica – sta all’inizio della sua scelta di servizio (le premesse) e alla dichiarata finalità (il fine), i valori di fondo (l’uomo) e la prospettiva (la libertà), ma i contenuti di carattere politico, giuridico, sociale, trovano espressione e configurazione in categorie di tipo laico e profano, come quelle che si riferiscono alla struttura pluralistica, personalistica e comunitaria della società”
Se volgiamo avere l’umile e vera pretesa di rinnovato impegno (prima ancora che nuovo) quale credenti, occorre compiere tre gesti:
• Porre segni di discontinuità.
• Osare immaginarci diversi.
• Coltivare una cultura della prospettiva.
Certamente nel nostro passato ci sono le fondamenta, le radici, di cui tener conto, ma queste vanno esaltate – oggi - quando su di esse c’è l’ardire del futuro, il sogno bello di realtà inedite…, non il rimpianto di passati gloriosi…Dobbiamo, allora, pensare al futuro: l’uomo proteso in avanti ha un anticipo, un vantaggio sul caos. La politica stessa (che è l’arte di amministrare il presente, ma anche l’arte di condurre il futuro!) si deve concentrare sul futuro che ci chiama, sul bene possibile di domani, perché dobbiamo avere consapevolezza che il tempo (vitale) non parta dal passato verso il presente, ma dal futuro verso il presente, verso noi!
In ciò non siamo soli, un Persona ci attrae al futuro: è Gesù! Egli è il Centro della Storia, Signore e pur servo della speranza degli uomini! Con Lui osiamo il futuro…; ma da artigiani, operosi nella speranza, consapevoli delle nostre fragilità, sognando e volendo quel futuro bello che veda l’uomo la capitale dell’agire della Politica!
Alcuni pensano che il nostro Pese sia arrivato alla frutta, non è così; ma a patto che nessuno tra di noi s'illuda che ci debba essere un uomo della Provvidenza, una “profezia di Celestino” per la vita di questo Paese!!
Ed ancora, a patto che ci sia impegno…, impegno vero, leale: avere in mente e nel cuore il sogno possibile di uomini e donne che oltre all’interesse proprio abbiano a cuore il bene comune, la crescita di quanti più possibile e – perché no?!- di tutti!
Dare una mano! Leale, preparata, prudente e – se Dio vuole – una mano amica, dove la politica si fa vicina alla gente, amica della gente. Una politica non semplicismo del mondo e della società, ma del buon senso…, che aiuti, che dia una mano e non complichi tutto!!
Sogno una politica che spazi, ragioni… in modo globale, circa la vita della nostra società, ma che sappia poi agire nel locale…, in modo efficace, rapido e risolutivo.
Proviamo una politica che nasca da quel nuovo umanesimo che Giovanni Paolo II auspicava per tutta l’Europa! Una politica così chiara, lealmente schierata, da chiamare, contagiare, tanti, e tanti giovani, a dare una mano nella società, nel volontariato e nella politica stessa…, che necessità sempre di appelli all’oggi! E’ tale chiamata alla realtà spesso viene sono dai giovani, dalle famiglie, da chi fa impresa, da chi esce di casa - per lavoro - la mattina e vi rientra tardi, ché non ha lo Stato come datore di lavoro, ma la società civile… .
Parole? Sempre parole!
No!
Speranza che qualcuno colga la voce di tanti che alla politica chiedono fatti concreti per la dignità degli operai, per poter lavorare senza una “normocrazia” criminogena, per le famiglie, per la scuola,….
Ma anche per quei cittadini italiani, quelle persone (cittadini di questo Stato o no, ma uomini!) che sono nelle carceri. Alla pena afflittiva che pur devono assoggettarsi non aggiungiamo un abbrutimento che lo Stato accresce con ambienti disumani e inumani.
Quando la Politica s’interessa degli ultimi…, comincia ad essere segno del nuovo, che lo spirito cristiano porta con sé: non battaglie per i segni, ma lotta per segnare la nostra società di cenni di luce!
Chi fa del proprio impegno, e del proprio lavoro, base di una speranza, vedrà la sostanza della speranza!
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