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giovedì 29 aprile 2010

VENTIQUATTRO DOMANDE E VENTIQUATTRO RISPOSTE

Il giorno più bello? Oggi.
L’ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L’errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L’egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L’accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L’ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L’amore.

(Madre Teresa di Calcutta)

venerdì 16 aprile 2010

Tu es Petrus!

Con Pietro, sempre.

Non sto con il Papa perché Cattolico, ma sono Cattolico perché seguo il Papa!



Carissimi,

mi permetto dire, poco, su quanto si sta dicendo introno alla Chiesa e dare la mia opinione.

Trattasi d’informazioni raccolte e accatastate con il solo intento di creare disorientamento, scoraggiamento ed abbandono della Chiesa, da parte di gruppi di potere, che -se possibile dire- sono strumenti eletti del Diavolo. Questi signori non hanno a cuore la vita, la bellezza, la natura (sono anzi per una vita deresponsabilizzata, e fanno proprio lo stile dei libertini del ‘700!). Accusano prima le persone responsabili di azioni riprovevoli, per poi passare alla Chiesa ed arrivare al Papa…, dopo di che tutto va a pezzi!!



Non seguiteli: essi sono lupi vestiti come agnelli!!





Si tenta di creare, amplificando fatti reali ed esagerandone il numero attraverso statistiche folkloriche, nonché “scoprendo” e presentando come “nuovi” avvenimenti in realtà già noti e risalenti nel tempo, il “panico morale”, creando ad arte un allarme sociale.

Menti rozze ma determinate vogliono creare un clima di avvelenato, per presentarsi come salvatori della patria morale!!





Vi giro un po’ di materiale, perché è formidabile il tentativo di intaccare la Storia della Chiesa!



Leggete qua sotto:

“Ci sono casi di abusi sessuali che vengono alla luce ogni giorno contro un gran numero di membri del clero cattolico. Purtroppo non si può più parlare di casi individuali ma di una crisi morale collettiva che forse la storia culturale dell’umanità non ha mai conosciuto in una dimensione così spaventosa e sconcertante. Numerosi sacerdoti e religiosi sono rei confessi. Non c’è dubbio che le migliaia di casi venuti a conoscenza della giustizia rappresentino solo una piccola frazione dell’ammontare autentico, dal momento che molti molestatori sono stati coperti e nascosti dalla gerarchia”



Chi scrive tutto cio?







PENSACI…









PENSACI…







PENSACI BENE…!





Un editoriale del New York Times del 2010?

No:

E’un discorso del 28 maggio 1937 di Joseph Goebbels (1897-1945), ministro della propaganda del Terzo Reich!!!



Sì, hai capito bene!!

Prima di scatenare le violenze sul mondo… scatenano la loro rabbia sulla Chiesa, per metterla a tacere!!! (Occupiamo le prime pagine dei giornali… e la gente penserà che tutto il male è lì; anzi, che il male è la Chiesa!!!)





Questo discorso, di grande risonanza internazionale, si situa al culmine di una campagna lanciata dal regime nazista per screditare la Chiesa Cattolica coinvolgendola in uno scandalo di preti pedofili. 276 religiosi e 49 sacerdoti secolari sono arrestati nel 1937. Gli arresti si susseguono in tutte le diocesi tedesche, in modo da tenere gli scandali sempre sulla prima pagina dei giornali.

Il 10 marzo 1937 con l’enciclica Mit brennender Sorge papa Pio XI (1857-1939) condanna l’ideologia nazista. Alla fine dello stesso mese il Ministero della Propaganda guidato da Goebbels lancia la campagna contro gli abusi sessuali dei sacerdoti. La programmazione e la gestione di questa campagna è nota grazie a documenti la cui storia è all’altezza dei migliori romanzi di spionaggio. Nel 1937 il capo del servizio di controspionaggio militare tedesco è l’ammiraglio Wilhelm Canaris (1887-1945). È diventato gradualmente antinazista e sta maturando le convinzioni che lo porteranno a organizzare il fallito attentato a Hitler del 1944, in seguito al quale sarà impiccato nel 1945. Canaris disapprova le manovre di Goebbels contro la Chiesa e incarica l’avvocato cattolico Josef Müller (1878-1979) di portare a Roma una serie di documenti segretissimi sul tema. A diverse riprese Müller – prima di essere arrestato e internato nel campo di sterminio di Dachau, cui sopravvivrà diventando nel dopoguerra ministro della giustizia della Baviera – porta i documenti segreti a Pio XII (1876-1958), che chiede alla Compagnia di Gesù di studiarli.

Con l’approvazione della segreteria di Stato le indagini sul complotto nazista contro la Chiesa sono affidate al gesuita tedesco Walter Mariaux (1894-1963), che dopo avere animato in Germania l’organizzazione antinazista Pauluskreis è stato prudentemente inviato come missionario in Brasile e in Argentina. Qui come dirigente della Congregazione Mariana esercita la sua influenza su tutta una generazione di laici cattolici, tra cui il noto pensatore cattolico brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), che frequenta un suo gruppo a San Paolo. Mariaux pubblica nel 1940 a Londra in inglese e nel 1941 a Buenos Aires in spagnolo, con lo pseudonimo di “Testis Fidelis”, due volumi sulla persecuzione anti-cattolica nel Terzo Reich: oltre settecento pagine di documenti commentati, che suscitano una grande emozione in tutto il mondo.

L’espressione “panico morale” è stata coniata dai sociologi solo negli anni 1970 per identificare un allarme sociale creato ad arte amplificando fatti reali ed esagerandone il numero attraverso statistiche folkloriche, nonché “scoprendo” e presentando come “nuovi” avvenimenti in realtà già noti e risalenti nel tempo. Alla base ci sono eventi reali, ma è il loro numero che è sistematicamente distorto. Anche senza avere a disposizione la sociologia moderna, Goebbels risponde all’enciclica Mit brennender Sorge nel 1937 con un’operazione da manuale di creazione di un panico morale.

Come sempre nei panici morali, i fatti non sono totalmente inventati. Prima dell’enciclica vi erano stati in Germania alcuni casi di abusi su minori. Lo stesso Mariaux considera colpevoli un religioso di una scuola di Bad Reichenall, un professore laico, un giardiniere e un bidello condannati nel 1936, rilevando però che la sanzione decisa dal Ministero della Pubblica Istruzione della Baviera – la revoca dell’autorizzazione a gestire istituti scolastici a quattro ordini religiosi – è del tutto sproporzionata e si collega alla volontà del regime di stroncare le scuole cattoliche. Anche sul caso di alcuni francescani di Waldbreitbach, in Renania, Mariaux rimane aperto all’ipotesi di una colpevolezza degli accusati, benché storici successivi non abbiano escluso una montatura nazista.

I casi – pochissimi ma reali – avevano determinato una fermissima reazione dell’episcopato. Il 2 giugno 1936 il vescovo di Münster, il beato Clemens August von Galen (1878-1946) – l’anima della resistenza cattolica al nazismo, beatificato nel 2005 da Benedetto XVI – fa leggere nelle Messe domenicali una dichiarazione dove esprime “il dolore e la tristezza” per gli “abominevoli delitti” che “coprono d’ignominia la nostra Santa Chiesa”. Il 20 agosto 1936 dopo i fatti di Waldbreitbach l’episcopato tedesco pubblica una lettera pastorale collettiva nella quale “condanna severamente” i responsabili e sottolinea la collaborazione della Chiesa con i tribunali dello Stato. Alla fine del 1936 le severe misure prese – a fronte di pochissimi casi, alcuni dei quali dubbi – dai vescovi tedeschi sembrano avere risolto i problemi reali. Sommessamente, i vescovi fanno anche rilevare che fra i maestri delle scuole di Stato e nella stessa organizzazione giovanile del regime, la Hitlerjugend, i casi di condanne per abusi sessuali sono molto più numerosi che nel clero cattolico.

È l’enciclica contro il nazismo di Pio XI che determina la grande campagna del 1937. Mariaux lo prova pubblicando istruzioni dettagliatissime inviate da Goebbels pochi giorni dopo la pubblicazione della Mit brennender Sorge alla GESTAPO, la polizia politica del Terzo Reich, e soprattutto ai giornalisti, invitati a “riscoprire” i casi giudicati nel 1936, e anche episodi più antichi, riproponendoli costantemente all’opinione pubblica. Alla GESTAPO Goebbels ordina di trovare comunque testimoni che accusino un certo numero di sacerdoti, minacciandoli di arresto immediato se non collaborano, anche quando si tratta di bambini. La frase proverbiale “c’è un giudice a Berlino”, che nella tradizione tedesca indica una fiducia nell’indipendenza della magistratura dai potenti di turno, vale però – entro certi limiti – perfino nel Terzo Reich. Dei 325 sacerdoti e religiosi arrestati dopo l’enciclica solo 21 sono condannati. È pressoché certo che fra questi ci siano degli innocenti calunniati. Quasi tutti finiranno nei campi di sterminio, dove molti moriranno.
Il tentativo di squalificare la Chiesa Cattolica su scala internazionale tramite le accuse di imm
oralità e pedofilia ai sacerdoti, invece, non riuscirà. Grazie al coraggio di Canaris e dei suoi amici e alla persistenza del gesuita detective Mariaux la verità verrà fuori già durante la guerra. La perfidia della campagna di Goebbels susciterà più indignazione dell’eventuale colpevolezza di alcuni religiosi. Il padre di tutti i panici morali in materia di preti pedofili scoppierà in mano agli stessi propagandisti del nazismo che avevano cercato di organizzarlo.











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Per finire, dai giornali di queste ore…



- “Anche per il Papa, come per Gesù, il Sinedrio è sempre convocato e il Tribunale siede in permanenza. Tutti l’abbiamo giudicato, una, due, tante volte: tutti ci crediamo in diritto di giudicarlo. Se un giorno gli uomini gli andassero incontro da ogni strada cantando gli ‘osanna’, quel giorno il Papa non sarebbe più il Papa, cioè colui che tiene il posto di due Crocifissi: di cui uno col capo in giù, perché non si credeva degno di essere equiparato al Maestro”. (Primo Mazzolari).



- Cosa pensa delle cronache di questi giorni? «Sinceramente? Che mi sembra una montagna di chiacchiere. Mentre i veri problemi sono la povertà che aumenta mentre cresce a dismisura la vergognosa ricchezza dei pochi. Di questo si deve parlare».

E la sua opinione generale sulla Chiesa attuale? «Ma sì, ci sono alcune mele marce. Però ho conosciuto anche tante, tantissime anime generose. Una tra tutte, Don Milani. Personaggio straordinario, buono, gentile e intelligente. Ammetteva anche le sue debolezze. Detestava diventar calvo». Lei pensa che la Chiesa cattolica resisterà a tutto questo scandalo? «Oh che domande. Ma certo. Un' istituzione che ha resistito all' urto del signor Martin Lutero, resisterà anche adesso». (Intervista del Corriere della Sera all'attore Paolo Poli)



· «Sono sempre stato cattolico e omosessuale, non l’ho mai nascosto. E dichiararsi non è pettegolezzo. E’ carne, fatica, sangue, dolore, emarginazione, offese, violenza. Sono sempre stato anche cattolico e comunista, come la mia famiglia. Ed è stato forse più facile dire la mia omosessualità ai preti che al partito».

Ma ha contato molto per me anche il pessimismo di Sergio Quinzio, ho amato i libri del cardinal Martini, e sono stato discepolo del vescovo di Molfetta, il mio vescovo, Tonino Bello». «Ho parlato della mia omosessualità con molti preti, con uomini e anche con donne di Chiesa — racconta Vendola —. Non mi sono mai sentito rifiutato. Sono state anzi interlocuzioni belle, profonde. La Chiesa è un universo ricchissimo e complicato, non riducibile a nessuna delle categorie politiche che usa la cronaca. Nella Chiesa ci sono molte sensibilità, molte cose; e qualcuna crea dolore e tristezza, quando evoca stereotipi pseudomorali che non hanno solo l’effetto di indicare identità ideologiche, ma anche di ferire la vita delle persone». (Intervista del Corriere della Sera a Nichi Vendola)