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venerdì 30 ottobre 2009

Le radici!

Taluni, spesso fuori e antagonisti, chiedono alla Chiesa un cambio di visione, di metodo e di contenuti... . Poi, assisti al fatto che da secoli, questi bravi innovatori senza Tradizione, che percepiscono la Chiesa come un nemico, da secoli non cambiano mai!!
Ma la Chiesa, con e nonostante le ferite dei suoi figli, resta serva di Dio, sogno di Dio, dono di Dio all’umanità!

venerdì 23 ottobre 2009

La Chiesa secondo me

Il mio professore di Teoretica, sovente, in classe, ci ripeteva "Quando sarete preti, dall'altare, non dite le cose "secondo me", dite solo quanto insegna la Chiesa, alle persone non dovete dare le vostre opinioni, ma quanto la Chiesa crede ed insegna"!
Questo mi è sempre parso giusto, ed ancora oggi lo reputo sacrosanto, al limite dell'ovvio.
Poi, ho scoperto che di cose ovvie è pieno il mondo, perché l'ovvio è parente stretto del buon senso, e, l’ovvietà ed il buon senso, sono i nomi popolari dell'intelligenza!!

Eppure, oggi, secondo me, bisogna tentare il rischio di dire, di pensare non tanto a cose nuove, ma nuovamente le cose… ovvie. Bisogna tentare il rischio..., e - si sa - è l'unica cosa sicura!

Proviamo a parlare di noi Chiesa, con coraggio, senza intenti celebrativi, ma neppure punitivi: guardarsi allo specchio e cercare quelle linee eterne di comunità adunata dall'iniziativa del risorto.

Allora, oso pensare ad una Chiesa che vorrei…; non una nuova Chiesa, ma la Chiesa che di nuovo “ripeta” l’annuncio di una salvezza adombrata spesso dalle strutture nostre e non Sue…

Forse devo, per prima io, rivedere la mia qualità di discepolo..., e se un Dio crocifisso non avrebbe da imputarmi fughe, svendite ed opacità.
Io, inesistente polvere, oso pensare la Chiesa quale amica delle gioie e delle speranze della gente. Una Chiesa che pianga con i tanti afflitti, che non rida con i pochi sazi. Una Chiesa che sorrida agli avidi e mostri la sua libertà. Una Chiesa che non insegua il potere, ma sappia parlare il silenzio di chi attende; che sappia andare nelle carceri e ricordare che lì non ci sono figli di un dio minore! Una Chiesa che non tema l’incontro con le distanze, le diffidenze, le opinioni e gli stili di vita inediti per lei.
Una Chiesa che è uno spazio di libertà e responsabilità del singolo e della sua coscienza.

La Chiesa che vorrei, che voglio e che incontro è una sorella, una madre… essa stessa nata tra le braccia del crocifisso, redenta e lavata dal suo spruzzo di sangue ed acqua, adunata a contemplare il grido d’abbandono, la consegna della fedeltà, che sulla croce offre il suo Consummatum est!
La Chiesa che vivo è madre, nata dall'utero della Resurrezione, inventata dalla passione di un Dio che crea e genera e nella quale c’è la ricchezza della diversità dei doni, delle persone, delle vicende, dei cammini, della misericordia.
Nella Chiesa che c'è, c’è posto per tutti, non importa la condizione!