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martedì 31 agosto 2010

L'inesistenza di una etica laica

"L'etica laica è fondata sull'utilità. Essere etici conviene, è utile. Conviene all'intera umanità, e quindi anche a ogni singolo individuo.Eppure quel singolo individuo potrebbe chiedersi: “Per quale motivo non dovrei agire direttamente per la mia utilità, per il mio interesse personale, anche se in contrasto con l'interesse dell'umanità?”

Un'etica che si fonda sull'utilità è la negazione di se stessa. Semplicemente non esiste. Il laicismo, da sempre, maschera il proprio vuoto morale con un moralismo ipocrita, che si vanta di non avere certezze se non quella di essere onesto. Un moralismo che assume di volta in volta le forme dell'ambientalismo, del pacifismo o del giustizialismo, e che per convincere se stesso e gli altri di esistere ha bisogno di condannare. E di usare violenza.

La morale, quella vera, non si nutre di condanne, ma della Misericordia e dell'Amore di un Padre, se non ci fosse il quale non potremmo mai essere, come siamo, fratelli" (Giorgio Roversi). 

lunedì 16 agosto 2010

In risposta a Graziella!

(Caro Mariano)
Mi chiedo perché abbiamo perso tempo a scuola per studiare la storia, se hanno scritto solo bugie (...)
Graziella

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Cara Graziella, in breve.
La storia è, essenzialmente, racconto! E i fatti hanno la pelle dura!!
Ma sovente, capita, questi - i fatti- siano travisati, addomesticati, aggiustati e/o falsati...; ciò non di meno i fatti hanno la tendenza a venir fuori: sono come dei corpi galleggianti tenuti innaturalmente sottacqua... Per far ciò li devi zavorrare con molte... bugie, possibilmente ben confezionate! Ma, come ti dicevo, i fatti hanno la pelle dura e difficilmente non vengono fuori!
Poi, non dimentichiamo il "carattere" della nostra realtà statale (Regno prima e Repubblica, poi), la menzogna.
Aggiungi, ancora, una certa tendenza a mercificare le idee e le posizioni ideali (o ideologiche), i miti fondativi dello Stato italiano, le stragi di Stato, ed hai il quadro completo!
Per questo abbiamo monumenti a mascalzoni di Stato,frutto della "mistica" post unitaria e fascista, che ha creano il mito dei Savoia, del Regno, di Italia uno, unito e fascista!!
Guarda i monumenti, fatti dal fascismo, ai caduti (di Stato)per la prima guerra mondiale; gli onori alle vittime sacrificali dello Stato,che son morti riandando Savoia, ecc, e lo schifo è servito. Ed ancora oggi i monumenti a questi stragisti campeggiano nelle nostre piazze...
Viene il tempo di buttarli via: Garibaldi, I Savoia,Cavour, e i vari assassini , stupratori, criminali di guerra, che hanno anticipato Marzabotto ed altre stragi naziste; ed ancora, i generali assassini del Real esercito Piemontese, che hanno deportato soldati e non terroristi o banditi, in lager, e lì lasciati morire di inedia, senza onore, senza dignità!
Come potevano emergere e diffondersi i numeri, i fatti,le menzogne, le violenze che sottostanno a quella che ci hanno insegnato a chiamare La Unificazione del Paese, ma altro non fu che l'annessione di stati liberi, autonomi, efficienti ed indipendenti!
Ecco il compito della memoria, delle analisi, del perché vicende e fenomeni sociali inediti per il Sud: il Brigantaggio, l'emigrazione, la povertà diffusa, l'abbandono delle campagne, l'arretratezza delle genti del Sud,la forza delle Camorre e delle Mafie, ecc.
Certamente, non mancavano problemi e "situazioni tipiche"..., ma non erano quelle che la vulgata odierna sul Sud (e i napoletani) ci propone. Tieni presente che nel Sud l'Impero di allora, quello Inglese, giocò sporco! E, con, e per mezzo di gruppi anarchici, carbonari e massoni, attentò no al violento governo Sabaudo (vedi come furono bravi!) ma pensarono bene di dirigere l'attenzione di molti facinorosi a distruggere aduna ad una tutte le realtà governative e nazionali che allora erano presenti e vigenti in Italia. Questi si assunsero una mistica della unità, a costo del sangue... dei vinti! Si sentirono investiti di autorità morale ed ideale –di fatto il Regno delle Due Sicilie era da questi descritto come l'inferno interra!- e complici tra loro crearono un sistema di cose per cui si ebbe l'annessione... e il Re, che si chiamava Vittorio Emanuele II, fatta l'Italia,uno Stato nuovo, continuò a chiamarsi Vittorio Emanuele II, perché per lui quello che era accaduto non era la formazione di un nuovo Stato, ma una conquista di terre alle sue terre!
Il nostro stato attuale, di miseria e sottosviluppo... no né un destino iscritto nei luoghi o nel DNA delle genti del Sud, né una volontà del Fato, ma il frutto amaro e velenoso di una violenza sistemica alla economia, alla libertà, alla dignità del Sud Italia; un tempo scrigno di oro,ricchezze artistiche, movimenti culturali, progresso scientifico e medico,lungimiranza politica ed industriale ed oggi più che mezzogiorno di Italia..., mezzanotte del Paese!

Allora occorre Organizzare la speranza!

sabato 14 agosto 2010

Perché mi piace il dogma dell'assunzione di Maria


Volentieri rigiro la seguente breve lettera di Gianni. Noi Teatini, sull'esempio di san Gaetano, abbiamo sempre avuto per Maria un occhio di affetto e di ispirazione..., in quel "fate quello che vidirà!" c'è tutta la sua grandenzza di discepola di gesù e e maestra delle generazioni future di cristiano!



"Mi permetto di dire un paio di cose sul dogma dell'Assunzione di Maria (...).

Lo faccio quindi, non tanto per spiegare meglio (...), ma perché a questo aspetto della dottrina cattolica io sono molto affezionato per due motivi.

Il primo è legato a una lettura tutta personale che ne faccio: vedo infatti nel dogma dell'assunzione di Maria una conferma forte di un'altro aspetto della tradizione cristiana (la resurrezione della carne) che è spesso messo in secondo piano.

L'idea che sia il nostro corpo a risorgere: questo corpo che noi vediamo come fonte di bisogno e che, troppo spesso, il cristianesimo ha svillaneggiato come la fonte della nostra dannazione, mi pare che vada sottolineata di più anche perché è il corpo l'oggetto primario della salvezza annunciata da Gesù e, secondo la dottrina cristiana, è il corpo ciò che di noi si salverà (quando recitiamo il Credo, diciamo: «Credo la resurrezione della carne»).

Vedete! Io sono un cristiano un po' paradossale e il dogma dell'assunzione di Maria mi permette di dire che si può tranquillamente essere cristiani e professare un sano materialismo in nome del quale non è possibile accettare discorsi come quelli che separano troppo nettamente ciò che è materiale (il corpo, con le sue realtà e gioie) da ciò che è spirituale (l'anima e l'intelletto, che vengono viste un po' come la parte 'nobile' di tutti noi).



Il secondo motivo è invece legato al percorso che Pio XII ha voluto fare per giungere alla definizione del dogma stesso. Percorso che emerge nella Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus» (in cui questo dogma viene proclamato) dove si parla della richiesta di un gran numero di fedeli (una sorta di petizione popolare) che ha portato a una rilettura attenta della storia della Chiesa e della storia della devozione a cui è seguita una consultazione molto vasta che ha coinvolto vescovi e teologi.

Dalla lettura di questo percorso si vede come ci sia stata comunque la preoccupazione di proclamare come verità di fede ciò che «tutti hanno sempre creduto in tutti i luoghi» per dirla con una frase di Ireneo di Lione. Una preoccupazione a cui le dichiarazioni più recenti del magistero pontificio, ispirate a un verticismo che mai si era visto nella storia della chiesa, ci hanno purtroppo disabituato.

Ecco perché sono molto legato al dogma dell'assunzione di Maria.

Ed ecco perché il 15 agosto è per me una solennità particolarmente importante.

Sarà l'occasione per chiedere alla Madonna un aiuto particolare per tutti quelli che vorrebbero vedere ancora nella Chiesa cattolica che l'ha così tanto onorata, qualcuno di quei segni della discrezione, della delicatezza e della sollecitudine che emergono nelle pagine del Vangelo che parlano di lei.

Un abbraccio".

Gianni



venerdì 13 agosto 2010

Le Corbusier

Nel 1936, dopo un soggiorno negli Stati Uniti, il celebre architetto Le Corbusier pubblicò un libro da titolo “Quando le cattedrali erano bianche”. Cito: “Quando le cattedrali erano bianche, l’Europa aveva organizzato le attività produttive secondo l’esigenza imperativa di una tecnica nuova, prodigiosa, follemente temeraria, il cui impiego conduceva a sistemi di forme inattese (…). Le cattedrali erano bianche perché erano nuove. Le città erano nuove; (…) su tutte le città o i borghi circondati da nuove mura, il grattacielo di Dio dominava il paesaggio. Si era fatto più alto che si era potuto, straordinariamente alto. Era una sproporzione nell’insieme; ma no, era un atto di ottimismo; un gesto di fierezza, una prova di maestria. Indirizzandosi a Dio, gli uomini non firmavano la loro abdicazione. Il nuovo mondo cominciava. Bianco, limpido, gioioso, pulito, netto e senza ritorni”.

domenica 8 agosto 2010

(Di ritorno da Napoli)

Non più assetati
Gli occhi
Di vedere
E di cercare
Una bellezza
Che dicesse e…
Rammentasse alla memoria
Di quanta fame
Il cuore vive.
Qui, nella terra
Della mia estraneità
- Napoli -
Mi ritrovo
Senza rosa dei venti
Stupito
Di bellezze scordate
Di occhi ammirati
Stupito
Ancora
Della tua crudeltà.