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mercoledì 20 ottobre 2010

LA CHIESA, LA QUESTIONE MERIDIONALE E IL NEOMERIDIONALISMO

"Il documento della Conferenza Episcopale Italiana sulla QUESTIONE MERIDIONALE, dal titolo “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno” ( febbraio 2010) , è il testo più rivoluzionario dell’ultimo decennio sul Sud.

Un messaggio forte, chiaro, innovativo, di rottura, persino drammatico.

Le densissime venti pagine si articolano in 20 capitoli straordinari,compresa l’introduzione. Riassumiamo la sostanza del documento.

INTRODUZIONE

1-“La Chiesa in Italia e la questione meridionale”
La Chiesa afferma che intende intervenire,in modo diretto e chiaro, nel dibattito in corso sulla questione meridionale, che coinvolge tutti.
Il concetto centrale, che viene ribadito, è che la QUESTIONE MERIDIONALE CONTINUA A PERSISTERE.
Nevralgica è la partita sul federalismo.
Più in generale, bisogna fare i conti con un PLURALISMO etico e culturale, accelerato dalla globalizzazione, a partire dal fenomeno epocale dell’immigrazione.
Viene riaffermato il principio cardine della SOLIDARIETA’ NAZIONALE.
Le Regioni del Sud hanno storicamente contribuito allo sviluppo del Nord.
La Chiesa rivolge un appello alla volontà di AUTONOMIA e di riscatto del Sud, perché sappia contare , al massimo, anche sulle sue forze.

2 e 3- “Guardare con amore al Mezzogiorno” e “L’eucarestia: fonte e culmine della nostra condivisione
I mutamenti globali rischiano di ISOLARE e EMARGINARE il Sud.
Lo SVILUPPO dei popoli è soprattutto “PENSARE INSIEME”. Un pensiero solidale. Un amore intelligente e solidale ,“ perché nessuno, proprio nessuno nel Sud deve vivere senza SPERANZA”.
La parola- chiave , religiosa e civile, è CONDIVISIONE. Condivisione eucaristica, sotto il profilo religioso. Condivisione di destini, progetti e speranza, sotto il profilo civile. Condivisione articolata in tre momenti: osservazione e analisi,progetto,responsabilità operativa e attuativa.

I-“ IL MEZZOGIORNO ALLE PRESE CON VECCHIE E NUOVE EMERGENZE”

1-“ Che cosa è cambiato in venti anni”
Vi sono stati 6 mutamenti: la geografia politica con nuovi partiti;l’elezione diretta dei rappresentanti nelle istituzioni;la fine dell’economia pubblica e dell’intervento straordinario;cambiato il rapporto tra Sud e Mediterraneo;la globalizzazione;l’allargamento ad Est della Unione Europea.

5-“Uno sviluppo bloccato”. Per 6 motivi.
-Le politiche regionali di sviluppo sono risultate problematiche,con luci e ombre,controverse da valutare.
-Il metodo delle elezioni dirette non è stato risolutivo.
-E’ esplosa la questione ecologica e delle ecomafie.
-La globalizzazione ha indotto maggiori e aspri livelli di competitività.
-La grande crisi globale del 2007-2010 rischia di emarginare definitivamente il Sud.
“Il complesso panorama politico ed economico nazionale e internazionale − aggravato da una crisi che non si lascia facilmente descrivere e circoscrivere − ha fatto crescere l’egoismo, individuale e corporativo, un po’ in tutta l’Italia, con il rischio di tagliare fuori il Mezzogiorno dai canali della ridistribuzione delle risorse, trasformandolo in un collettore di voti per disegni politico-economici estranei al suo sviluppo”.

6-“Modernità e modernizzazione”
-Nel Sud vi è stata una MODERNIZZAZIONE CONTRADDITTORIA e incompiuta, “una modernizzazione senza modernità”.Vi è stata la distruzione della CIVILTA’ CONTADINA, senza una evoluzione ragionevole.
-Persiste il retaggio di particolarismo familista,fatalismo,violenza, cui si aggiungono individualismo e nichilismo.
-La condizione femminile registra difetti e distorsioni, sebbene le donne rappresentino un patrimonio di civiltà del Sud,per cui il Sud resta debitore nei confronti delle sue donne.

7- “Europa e Mediterraneo”
-La globalizzazione comporta, per il Sud, opportunità e rischi, da governare. Il Sud è carente nella capacità progettuale e nelle performances attuative e gestionali dei progetti di sviluppo. Anche per la debolezza del tessuto sociale.
-La novità consiste nella rinnovata CENTRALITA’ DEL SUD NEL MEDITERRANEO. Il Mediterraneo è la vera e propria OPZIONE STRATEGICA del Sud.
Sul versante dell’immigrazione,il Sud , nel Mediterraneo, è il grande laboratorio della “ cittadinanza aperta”.

8-“ Per un federalismo solidale”
-Occorre coniugare SUSSIDIARIETA’ ( responsabilità, autonomia) e SOLIDARIETA’, per combattere l’egoismo sociale ( del Nord), da una parte, e l’assistenzialismo ( del Sud), dall’altra. Necessita un federalismo vero,solidale,realistico e unitario. Il federalismo fiscale, di per sè, anche con una buona attuazione, non è sufficiente e potrebbe aggravare le fratture tra Nord e Sud.
-Lo Stato centrale deve impegnarsi fattivamente sul fronte delle infrastrutture, della lotta alle mafie e per l’integrazione sociale.
-Vanno assicurati eguali diritti di cittadinanza,contro il rischio di cittadinanze differenziate per collocazione territoriale.

9. “Una piaga profonda : la criminalità organizzata”
-Le mafie mettono in crisi l’intero sistema democratico del Paese,contaminano negativamente l’intera Italia,sono un problema di portata generale, perché hanno messo radici in tutta Italia, sono una questione nazionale.
-Le mafie sono “male “ e “ peccato”,sono “ strutture del peccato” ( il “ peccato mafia”),e, quindi, sono da fronteggiare e sradicare, in modo radicale e frontale.

10- “Povertà,disoccupazione,emigrazione”
-Il Sud risulta- negli anni- più povero e disoccupato, soprattutto sul fronte giovanile.
-Il fenomeno nuovo, più inquietante,è costituito dai nuovi migranti meridionali, prevalentemente giovani altamente e mediamente secolarizzati.

II- “ PER COLTIVARE LA SPERANZA”

11-12-13-14-15-16-17-18-19-20 - “ Un nuovo protagonismo della società civile e della comunità ecclesiale”

-Si deve poter liberare un nuovo protagonismo della società civile e della comunità ecclesiale, in primo luogo, tra i giovani,tramite un associazionismo propulsivo.
-Vi è bisogno della mobilitazione di una NUOVA GENERAZIONE DI POLITICI.
-La società civile e la comunità ecclesiale, pur a fronte di un Sud parzialmente differenziato,devono produrre un IMPEGNO UNITARIO,perché la QUESTIONE MERIDIONALE E’ UNITARIA.In particolare le 8 regioni del Sud devono COORDINARSI TRA LORO e agire unitariamente.
-Il Sud ha grandi risorse da valorizzare.
-Le risorse della RECIPROCITA’ e la cura per l’EDUCAZIONE.
-Il ruolo propulsivo e attivo delle Comunità cristiane: “ il bene vince”,
“il cambiamento è possibile”.
-Vi è bisogno di CONDIVISIONE ECCLESIALE e reciprocità tra TUTTE le Chiese d’Italia.
-Al primo posto le sfide culturali,per la cultura del BENE COMUNE.
-Dispiegare un impegno per il CAMBIAMENTO.
-Investire in LEGALITA’ e FIDUCIA. Rilanciare l’umanesimo cristiano.
-La priorità è la SFIDA EDUCATIVA. Anche con SCUOLE DI FORMAZIONE POLITICA. Innanzitutto,imitare i testimoni : Don Pino Puglisi,don Peppe Diana,Rosario Livatino. Insomma, PANE e VANGELO.
-L’invito è al coraggio e alla speranza. Un appello: “IL CORAGGIO DELLA SPERANZA”. No alla rassegnazione. “LA TRASFORMAZIONE E’ POSSIBILE”.

Ecco, e lo diciamo con umiltà,in punta di piedi,noi del Partito del Sud condividiamo completamente questo documento, bellissimo e rivoluzionario, della Chiesa italiana.

Questo documento è alla base del lancio del PSUD, quale partito popolare, democratico,organizzato e di massa.

Fratelli meridionali,credenti e non, applichiamolo questo progetto,assumiamo la sfida della speranza."

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