Un giorno il Priore dei Teatini invita i superiori dei conventi vicini.
A pranzo si ritrova con un Benedettino, un Cappuccino, un Domenicano, un Salesiano, un Gesuita, ed un Canonico del Clero diocesano.
Stanno cantando tutti insieme il "Benedicite" prima di pranzo.A questo punto, va via la luce.
Con il black out, si fanno avanti le diversità di vocazioni.
Il Benedettino, che sa a memoria il canto, continua a cantare imperterrito.
Il Cappuccino, Ordine Penitente, si getta a terra, si percuote il petto, comincia a gridare che è successo a causa dei suoi peccati e che tutto vada in sconto, espiazione e riparazione dei suoi e di quelli del mondo intero.
Il Domenicano, Ordo Predicatorum, si lancia in un sermone: "La Luce. Si fa presto a dire Luce. Cos'è la luce? E poi, quale luce? Luce Increata, cioè Dio Stesso. Luce creata si deve distinguere: luce del primo giorno o luce del quarto giorno? Se è luce del primo giorno è la luce del Fiat Lux. Se è la luce del quarto giorno è la luce del sole. Bla, bla, bla, etc...".
Il Salesiano, Ordine degli oratori, organizza subito un gioco a mosca cieca al buio.
Il gesuita si interroga ad alta voce quale obbedienza gli potrebbe chieste ora il suo superiore nel caso fosse là, ma se per caso fosse là quale caso dovrebbe seguire...
Il Teatino si alza e cambia la lampadina.
E così tutti hanno modo di vedere che il canonico era tutto intento a mangiare.
(Absit iniuria verbis...)
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